A causa del Covid i tassi di interesse scendono fino allo 0,5%.
Oggi non possiamo fare a meno di parlare dell’influenza che il Covid-19 sta avendo sui tassi di interesse per l’acquisto di un immobile.
La pandemia infatti, tra le conseguenze, ha portato anche un ulteriore ribasso dei tassi praticati dalle banche.
In particolare, il nuovo minimo registrato sul mercato per i mutui prima casa è pari allo 0,5%. Pensate che prima della diffusione della pandemia, invece, un mutuo con il tasso fisso dell’1,5% era considerato già estremamente vantaggioso.
Ma qual è la ragione che determina questo vertiginoso calo dei tassi?
Il motivo sono i valori registrati sui mercati europei dagli indicatori ai quali i nostri tassi si agganciano. Parliamo dell’Irs e dell’Euribor, che determinano il costo rispettivamente di un tasso fisso e di uno variabile.
Attualmente l’Irs a dieci anni registra un valore del -0,22%, l’Irs a vent’anni è dello 0,05% e l’Euribor è passato dallo 0,7 del periodo pre-Covid allo 0,4%.
Il crollo netto dei tassi europei ha determinato una nuova regola sui prezzi dei mutui.
Ad oggi praticamente il costo di un tasso finito è determinato solo dallo spread della banca (ossia il guadagno della banca).
Oltretutto essendo un po’ diminuita la richiesta di nuovi mutui, le banche si sfidano sul mercato per accaparrarsi il maggior numero di clienti abbassando il loro guadagno.
Come lo fanno?
Naturalmente offrendo condizioni estremamente vantaggiose.
Di conseguenza, c’è in atto una competizione molto accesa tra banche, il che va a completo vantaggio dei consumatori.
Come riflesso di questa situazione in cui i tassi di interesse sono crollati e le condizioni delle banche sono più convenienti, la rata mensile dei mutui si è ridotta.
Oggi in media gli italiani pagano 333 euro, ossia il 3,2% in meno rispetto a prima del Covid.
Ma c’è anche un altro aspetto da considerare.
Un calo così rilevante del tasso fisso ha ridotto notevolmente la differenza con il tasso variabile, al punto che la forbice tra il costo dei due valori è passata da 80 a 20 centesimi.
In poche parole, optare per un tasso fisso costa praticamente quasi quanto scegliere un tasso variabile.
E questo spiega perché in questo periodo nove mutui su dieci siano proprio a tasso fisso.
A questo punto vi starete chiedendo: per quanto tempo durerà ancora il crollo dei tassi?
La risposta è che questo fenomeno è purtroppo destinato a finire.
Infatti i valori tenderanno a risalire nel caso in cui le misure in cantiere per la ripresa post Covid avranno l’effetto desiderato, dal Recovery Fund alle disposizioni straordinarie stabilite dal Governo per i diversi comparti dell’economia.
In parole povere se l’economia si riprenderà anche i tassi aumenteranno.
Sicuramente c’è da tenere presente che non parliamo di un futuro immediato, dato che le conseguenze della pandemia hanno appena cominciato a manifestarsi in modo concreto e una ripresa dei tassi in un breve periodo sarebbe in realtà tutt’altro che semplice.
Quindi possiamo con certezza definire che questo è un buon momento per il mercato immobiliare, perché il fatto di avere condizioni così vantaggiose va a vantaggio sia di chi compra, sia di chi deve vendere casa.
Se sei intenzionato a vendere casa e vuoi una consulenza, contattaci compilando il box al seguente link:
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A presto
Davide e Guido